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Channel: Biscotti e Piccola pasticceria – CaprettaRossa
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Baci di dama e il sapore di un Sabato diverso

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Era un sabato diverso.
L’ho capito subito respirando l’aria pungente di quella mattina.
Jeans e felpa, con il cappuccio, così mi sarei protetta dal freddo e da sguardi indiscreti.
La gente del sabato è diversa, abbandona le cravatte e la 24ore per lasciare spazio a zaini e scarpe comode.
Ho passato tutto il giorno a rimuginare su quello che non sarebbe più stato, su quello che avrei salutato e mai più rivisto.
Almeno non in quel modo, non così.
Non in quella veste.
Ogni gesto l’ho misurato, controllato.
Curato.
Ho respirato dettagli come a volerli stringere per sempre nel bagaglio dei ricordi.
Il rumore della cassa.
Il buongiorno non corrisposto, perchè l’educazione è un’arte che non appartiene a tutti.
La confezione spostata rispetto alle altre, perché succede che uno decida di volerla e due secondi dopo non la vuole più, e la abbandona.
La lascia, come se i suoi occhi avessero trovato di meglio, ma non la ripone dove l’ha trovata.
La getta semplicemente dove gli capita.
Quel sabato era diverso, io ero diversa.
Ho passato le dita su tutti gli oggetti, volevo delinearne le forme, verificarne le consistenze.
Memorizzare come se non ci fosse un domani.
In fondo un domani non ci sarebbe stato.
I saluti, gli abbracci, gli auguri.
E due occhi a mandorla che fino a quel giorno mi avevano servito solo un buon cappuccio accompagnato da un sorriso, quegli stessi occhi che invece quella sera mi stringono in un abbraccio e si lasciano sfuggire
“ti voglio bene”
Orsù! Chi sei tu?! La tua dolcezza, Silvia, è sempre stata lampante…ma le parole, queste parole.
Mi sono lasciata commuovere da due occhi a mandorla a cui ho sempre e solo detto “un cappuccio tiepido e due brioches”.
Dio se era diverso quel sabato.
La sera è arrivata presto, prima di quanto avessi realmente desiderato.
Avevo dimenticato l’orologio quel sabato, avrei immobilizzato i secondi, i minuti e le ore.
Per godermela ancora un po’.
I bambini che giocavano con quel timer da cucina sembravano volersi prendere gioco della mia fragilità.
Loro l’attesa volevano riempirla, io l’attesa l’avrei lasciata immacolata.
Poi di nuovo il treno, di nuovo le stazioni di sempre.
A Piacenza mi siedo, ho altri 25 minuti liberi per pensare a tutto ciò che mi sono dimenticata di immortalare nella mente.
D’improvviso sento quelle parole, parole che non capisco.
Mi volto e vedo due occhi a mandorla, ma questa volta sono innocenti. Avranno si e no 6 anni.
Insistono a pronunciare parole che non riesco a capire.
Accidenti marmocchio, cosa vuoi dirmi?
Se anche tu mi vuoi bene giuro che piango e scappo a prendere un pullman.
Uno qualsiasi per un posto qualunque.
Insiste e io penso a quanto sarebbe semplice poter ricambiare quelle sconosciute parole con un dolcetto.
Il cibo è una lingua cosi universale da poter superare tutte le barriere linguistiche.
Finalmente arrivano, trolley pesanti e un abbigliamento improponibile.
Parlano con quegli occhi a mandorla di 6 anni nella sua stessa lingua.
Lui mi indica, dice qualcosa e loro sorridono.
Che c’è?!
Finalmente ora capisco e le labbra dell’uomo si muovono in modo così chiaro che potrei leggere il labiale.
“Lui chiede a cosa stai pensando”.
Sorridono di nuovo.
Forse li intimidisce che quel piccoletto sia voluto entrare nella mia intimità.
“Alle favole, quelle che finiscono bene”
Sorrido anche io.
Il treno mi chiama e il pullman continuerà ad aspettarmi.
Questa volta torno a casa, ma da domani sono pronta ad andare ovunque.

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Ricetta baci di dama (dal volume N3 di “Non solo zucchero” I.Massari)
questi baci avrei voluto averli in tasca per Silvia, per dirle grazie di quelle infinite coccole mattutine e per il marmocchio, per potergli dire senza parole che la vita è bella anche quando si hanno i pensieri

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Ingredienti:
– 250gr di farina di mandorle (o farina di nocciole)
– 250gr di zucchero semolato
– 250gr di farina 00 (W170)
– 250gr di burro
– 60gr di albumi (circa 1 uovo)
– un pizzico di sale
– 200gr di cioccolato fondente

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Procedimento:
Impastare tutti gli ingredienti lavorando quel tanto che basta per ottenere un impasto liscio e omogeneo.
Formare una palla e avvolgerla nella pellicola da cucina, riporla in frigorifero per almeno un paio d’ore.
Stendere la pasta allo spessore di 2cm e tagliare con la rotella dei cubetti.
Ora aiutandosi con le mani trasformare i cubetti in palline e posarle sulla placca del forno rivestita con carta da forno.
Cuocere a 150°C. per circa 20 minuti. In questa fase è fondamentale non aprire il forno fino a quando le palline non saranno belle dorate, altrimenti si correrà il rischio che si appiattiscano perdendo così la loro forma tipica.
Una volta sformare le palline lasciarle raffreddare e intanto temperare il cioccolato.
Prendere una pallina e distribuire il cioccolato temperato, unire l’altra pallina solo quando il cioccolato inizia a cristallizzare.
Procedere fino ad ultimare gli ingredienti.

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